Il Marocco è un Paese che riesce a sorprenderti a ogni passo, con paesaggi e atmosfere che cambiano continuamente. Sono partita come coordinatrice del tour Marocco Voyager organizzato da World Face, un itinerario che in poco più di una settimana ci ha portato dalle città imperiali ai villaggi berberi, fino alle dune dorate del Sahara. È stato un viaggio intenso e vario, fatto di incontri autentici, tradizioni millenarie e panorami che restano negli occhi e nel cuore.
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I vantaggi di visitare il Marocco con un tour organizzato
Visitare il Marocco è un’esperienza intensa e sorprendente, ma non sempre facile da organizzare da soli. Le distanze tra le città sono lunghe, molte strade attraversano montagne o zone desertiche, e nei luoghi più remoti i servizi possono essere limitati.
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Con un tour organizzato tutto diventa più semplice: gli spostamenti sono coordinati, i tempi ottimizzati e hai sempre una guida locale pronta ad accompagnarti e a spiegarti quello che vedi. È un modo pratico per vivere il viaggio senza pensieri, concentrandoti solo sulle emozioni e sulle scoperte.
Risparmio economico ed emozioni condivise
C’è poi un vantaggio economico: in un viaggio di gruppo i costi di trasporti, guide e attività vengono divisi tra i partecipanti. Questo ti permette di accedere a esperienze che da solo sarebbero molto più care, come visitare le medine di Fès con una guida o scoprire le kasbah berbere raccontate da chi ci vive.
Un tour organizzato però non è solo praticità, è anche emozione condivisa. Vedere il tramonto sulle dune dell’Erg Chebbi, perdersi nei vicoli blu di Chefchaouen o camminare tra le mura di Ait Ben Haddou diventa ancora più speciale se vissuto insieme a persone che condividono la tua stessa passione per i viaggi.
Io l’ho provato in prima persona come coordinatrice del tour Marocco Voyager di World Face, un’avventura che ti racconto in questo articolo e che potrebbe diventare anche la tua prossima esperienza.

L’itinerario del tour Marocco Voyager di World Face
Il tour Marocco Voyager di World Face è pensato per chi vuole scoprire il Paese in tutte le sue sfumature: dalle città imperiali con la loro storia millenaria, ai villaggi berberi immersi nelle montagne, fino al fascino senza tempo del deserto. In 9 giorni e 8 notti, partendo da Casablanca e con rientro a Marrakech, attraversi un mosaico di paesaggi e culture che difficilmente dimenticherai.
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Per partecipare serve soltanto un passaporto in corso di validità, mentre al resto pensa l’organizzazione di World Face. Si dorme in alberghi e riad tipici, sempre in camere multiple con bagno privato, così da vivere l’atmosfera locale senza rinunciare al comfort essenziale.
Gli spostamenti avvengono in pulmino privato con autista, una soluzione indispensabile in un itinerario così intenso. Le distanze in Marocco sono lunghe e molte strade attraversano montagne, gole e perfino piste nel deserto. Avere tutto organizzato ti permette di goderti il viaggio senza pensieri e di raggiungere luoghi che da soli, con i mezzi pubblici, sarebbe quasi impossibile visitare.
Il ritmo è serrato, con più ore di viaggio ogni giorno, ma la ricompensa è unica. In questo tour ho visto le città imperiali, i vicoli blu di Chefchaouen, le gole dello Ziz e del Dades, fino a una notte magica sotto le stelle nel deserto di Merzouga, quasi al confine con l’Algeria.

Casablanca: il punto di partenza del tour Marocco Voyager
Il viaggio Marocco Voyager è iniziato a Casablanca, una città che ci ha colpiti subito per i suoi contrasti. Da un lato i grattacieli moderni e i grandi viali, dall’altro i mercati affollati e i quartieri popolari dove si respira la vita di tutti i giorni.
La prima tappa è stata la Moschea Hassan II, una delle più grandi al mondo, affacciata direttamente sull’Oceano Atlantico. Il suo minareto domina il panorama cittadino, mentre all’interno mosaici e intarsi in legno raccontano l’eleganza dell’artigianato marocchino. È anche uno dei pochi luoghi di culto in Marocco aperti ai non musulmani, un’occasione preziosa per entrare in contatto con la spiritualità locale.
Casablanca non è la città più turistica del Paese, ma è una porta d’ingresso ideale: cosmopolita, caotica e piena di energia. La sua passeggiata sul mare, l’architettura coloniale e gli scorci moderni preparano al meglio per l’avventura che ti aspetta nelle tappe successive.

Rabat: tra kasbah e medina
La seconda tappa del tour Marocco Voyager è stata Rabat, capitale amministrativa del Paese. Pur essendo una grande città, qui si respira un’atmosfera più tranquilla rispetto ad altre mete marocchine, ed è stata una sosta breve ma significativa.
Abbiamo visitato la kasbah, suggestiva anche se molto turistica, e fatto una passeggiata nella medina, più piccola e raccolta rispetto a quelle di Fès o Marrakech. Proprio questa dimensione ridotta la rende meno caotica e più accessibile, con un ritmo rilassato che offre un contrasto interessante con le grandi metropoli.
Rabat regala anche scorci pittoreschi sul mare e, nonostante la visita veloce, ci ha mostrato un lato diverso del Marocco: più autentico, meno turistico, sospeso tra tradizione e modernità. Basta una passeggiata tra le sue stradine imbiancate con dettagli blu per portarsi via un ricordo vivido e sorprendente.

Chefchaouen: la città blu del Rif
Nascosta tra le montagne del Rif, Chefchaouen è una di quelle mete che ti sorprendono anche quando pensi di sapere già cosa aspettarti. Quasi sicuramente l’hai vista in foto, con i vicoli dipinti d’azzurro e le porte colorate. Vederla dal vivo però ti lascia davvero senza parole.
Ammetto che ero un po’ scettica, perché le destinazioni molto popolari rischiano spesso di deludere. Invece camminare tra le sue stradine è stato come entrare in una cartolina. Ogni angolo ci invitava a fermarci, osservare e scattare una foto.
Pur essendo molto turistica, Chefchaouen mi ha colpita per la sua atmosfera rilassata e sospesa, che ti permette di viverla senza fretta. La città è raccolta e perfetta per perdersi tra i vicoli, curiosare tra le bancarelle e arrivare fino al lavatoio del fiume Ras Elma, dove ancora oggi le donne lavano i tappeti a mano e i venditori tengono la frutta al fresco nell’acqua corrente.
Se hai voglia di camminare, puoi salire fino alla Moschea Spagnola. Da lì la vista abbraccia tutta la città blu con lo sfondo delle montagne. Oppure visitare la kasbah nel cuore della medina, con il suo giardino tranquillo e le mura che raccontano secoli di storia.
Chefchaouen è un luogo che resta nel cuore, non solo per i suoi colori unici, ma anche per l’atmosfera accogliente e diversa da qualsiasi altra città del Marocco.

Meknes: città imperiale autentica e poco turistica
Tra le città imperiali del Marocco, Meknes è forse la meno conosciuta, ed è proprio questo a renderla speciale. L’atmosfera è diversa rispetto a Fès o Marrakech: la medina è vivace ma non caotica, le strade sono meno affollate e il ritmo più lento.
Durante la nostra visita, accompagnati da una guida locale, abbiamo scoperto non solo i monumenti, ma anche la vita quotidiana e le tradizioni della città. Con grande passione ci ha raccontato aspetti della religione e della cultura marocchina, rendendo l’esperienza coinvolgente e personale.
Un dettaglio che mi ha colpito è che, al contrario di quanto spesso si legge nelle guide di viaggio, a Meknes è più autentico fare acquisti. Qui è possibile trovare tappeti, oggetti in ferro battuto con intarsi in argento e altri souvenir artigianali a prezzi più onesti e lontani dalle dinamiche prettamente turistiche di altre città.
Meknes è stata una tappa che mi ha sorpresa. Ti fa entrare in contatto con un Marocco più vero, lontano dalle folle e dalle rotte più battute, lasciando un ricordo autentico e prezioso.

Fès: il cuore artigiano del Marocco
Tra le città imperiali del Marocco, Fès è quella che più rappresenta l’anima autentica e artigiana del Paese. La sua medina, una delle più grandi e antiche del mondo, è un vero labirinto di vicoli stretti e tortuosi, tanto che persino i marocchini del posto ammettono di perdersi facilmente.
Camminare nella medina di Fès significa fare un salto indietro nel tempo, tra botteghe tradizionali, scuole coraniche e caravanserragli che raccontano secoli di storia. Uno dei luoghi più iconici da visitare sono le concerie di Chouara.
Dall’alto delle terrazze puoi vedere un mosaico di vasche piene di tinture naturali, mentre gli artigiani lavorano ancora come facevano secoli fa, maneggiando il guano di piccione senza protezioni. L’esperienza è davvero unica, ma richiede anche uno stomaco forte per sopravvivere alla forte puzza delle concerie che oltrepassano i rametti di menta dati ai turisti.
A Fès vale la pena visitare anche una scuola coranica, splendido esempio di architettura islamica, con cortili decorati da mosaici e legni intarsiati. Al mio gruppo è piaciuta soprattutto la visita in un’erboristeria marocchina tradizionale, per scoprire come viene prodotto l’olio di argan puro e acquistare prodotti tipici come spezie e profumi oleosi.

Le Gole dello Ziz: un corridoio naturale verso il deserto
Prima di raggiungere il deserto di Merzouga, il tour attraversa le Gole dello Ziz, uno dei paesaggi naturali più affascinanti del Marocco. Questa lunga valle, modellata dal fiume Ziz, si apre tra montagne e canyon, con scenari che cambiano continuamente lungo la strada.
Il percorso è un alternarsi di villaggi berberi, palmeti e formazioni rocciose che assumono colori diversi a seconda della luce. Da un lato senti già la presenza del deserto che si avvicina, dall’altro la freschezza delle oasi che interrompono la distesa arida e rendono il panorama sorprendentemente vario.
Le gole non sono solo una tappa panoramica, ma anche un’occasione per osservare da vicino la vita rurale marocchina. Qui il tempo sembra scorrere più lentamente: le case in terra si confondono con il paesaggio e la natura resta la vera protagonista. Fermarsi significa respirare l’aria del Medio Atlante e prepararsi emotivamente all’avventura del Sahara.

Il deserto di Merzouga: un’emozione tra dune e stelle
Arrivare a Merzouga, alle porte del Sahara e quasi al confine con l’Algeria, è stata una delle esperienze più intense del tour. Le dune dell’Erg Chebbi, che possono raggiungere i 150 metri di altezza, sono uno spettacolo naturale che lascia senza parole, soprattutto per i giochi di luce che cambiano colore alla sabbia durante la giornata. Alcuni partecipanti le hanno esplorate in quad, per un’esperienza facoltativa ad alto tasso di adrenalina.
La cammellata al tramonto è senza dubbio un’attività turistica, ma ci ha dato la possibilità di immaginare come viaggiavano i beduini del deserto e di sentirci, anche solo per un attimo, parte della loro cultura millenaria. Il momento davvero emozionante è arrivato una volta scesa dal dromedario: guardare il sole tramontare dietro le dune è un’esperienza davvero emozionante che ti fa sentire tutta l’immensità del deserto.
La notte trascorsa nel campo tendato è stata ancora più suggestiva. Dopo una cena berbera, ci siamo ritrovati all’aperto sotto le stelle, con musica e tamburi che riecheggiavano tra le dune. Il cielo era così limpido e stellato che sembrava di poter toccare le costellazioni con un dito. Ho persino visto due stelle cadenti, un dettaglio che ha reso il momento ancora più memorabile.
Il giorno dopo avremmo dovuto fare un’escursione in jeep lungo le tracce della Parigi-Dakar, visitando una fabbrica di fossili, i vecchi pozzi prosciugati e fermandoci in una tenda berbera per bere tè, ma purtroppo è stata cancellata a causa dell’infortunio di una partecipante. Nonostante questo, il deserto resta uno dei ricordi più forti e autentici del viaggio.

Le Gole del Dades: canyon spettacolari e panorami mozzafiato
Tra le tappe naturalistiche più suggestive del tour, le Gole del Dades sono un luogo che lascia davvero senza fiato. La valle è attraversata dal fiume Dades e incorniciata da formazioni rocciose scolpite dal vento e dal tempo, che assumono forme spettacolari e colori intensi, soprattutto al tramonto.
La strada panoramica che risale le gole è una delle più famose del Marocco. Le sue curve a gomito, viste dall’alto, sono tra le immagini più iconiche del viaggio e ti fanno capire quanto questo paesaggio sia unico. Fermarsi nei vari punti panoramici è d’obbligo per scattare foto e ammirare l’insieme di canyon, palmeti e villaggi berberi che punteggiano la valle.
Oltre ai panorami, ciò che colpisce delle Gole del Dades è la loro atmosfera autentica. Qui puoi vedere villaggi con case di terra e paglia che sembrano fondersi con le montagne dove il tempo sembra essersi fermato.
Abbiamo trascorso la notte in un’accogliente albergo con vista spettacolare sulle gole, gustando una cena deliziosa e una colazione abbondante. Un luogo che trasmette pace e che ti fa desiderare di restare più a lungo, per assaporare appieno questo angolo di Marocco.

Ait Ben Haddou: la kasbah patrimonio UNESCO
Sulla strada che porta dal deserto alle montagne si trova Ait Ben Haddou, una kasbah che sembra uscita da un sogno. Dichiarata Patrimonio UNESCO, è costruita in terra e paglia, con torri e vicoli che si intrecciano come in un labirinto.
Camminare tra queste stradine è stato come tornare indietro nel tempo. Nonostante la fama, alcune famiglie vivono ancora qui, e questo dettaglio rende l’esperienza autentica. Ait Ben Haddou non è solo un museo a cielo aperto, ma un luogo che respira ancora vita quotidiana.
La sua atmosfera magica è amplificata dal legame con il cinema. Sapere che qui hanno girato Il Gladiatore, Lawrence d’Arabia o Game of Thrones ti fa guardare ogni angolo con occhi diversi, cercando i riferimenti di ogni scena.
Dai punti panoramici vedi tutta la valle intorno e il contrasto tra i palmeti verdi, le montagne aride e il cielo è qualcosa che ti resta impresso nella memoria e che vale assolutamente il viaggio.

Marrakech: l’energia della città rossa
Il nostro viaggio si è concluso a Marrakech, la celebre “Città rossa”. È una meta che non lascia indifferenti: caotica, rumorosa, a tratti faticosa, ma anche affascinante e ricca di contrasti.
Con la nostra guida abbiamo esplorato i souk, che non sono solo mercati turistici ma luoghi dove ancora oggi lavorano artigiani locali. Vedere come vengono realizzate a mano scarpe in pelle, lampade intarsiate o gioielli è stato come fare un salto nel tempo, un contatto diretto con tradizioni che resistono nonostante il turismo di massa.
La piazza Jemaa el-Fna ci ha mostrato due volti diversi: di giorno più tranquilla, la sera si anima con artisti di strada, bancarelle e venditori di succhi freschi. Qui si trovano anche ristoranti spettacolari, dalle terrazze turistiche che offrono viste mozzafiato fino ai riad nascosti con giardini lussureggianti, veri gioielli dove assaporare piatti tipici in un’atmosfera rilassata.
I palazzi storici, come il Palazzo Bahia o la Medersa Ben Youssef, soffrono sicuramente di overtourism, ma restano tappe fondamentali per capire la raffinatezza dell’arte marocchina. Infine, con le ragazze del gruppo, ci siamo regalate un momento speciale: l’esperienza dell’hammam tradizionale. È stato un modo perfetto per rilassarci e concludere insieme questo viaggio intenso.

Cosa mi ha sorpreso del Marocco: accoglienza, gatti e cultura berbera
Oltre ai luoghi visitati, il Marocco mi ha colpita per tanti dettagli che non mi aspettavo. Prima di partire avevo in mente solo l’immagine delle città imperiali e del deserto, ma una volta lì ho scoperto molto di più.
Quello che resta impresso è l’accoglienza: ovunque siamo andati ci siamo sentiti benvenuti, accolti con sorrisi e disponibilità. Le guide e le persone incontrate lungo il cammino ci hanno stupiti per la loro tolleranza, apertura mentale, la voglia di raccontare la propria cultura e la spiritualità che pervade la vita quotidiana.
E poi ci sono i gatti, che fanno parte del paesaggio marocchino tanto quanto le moschee o i souq. Li trovi ovunque: seduti davanti alle porte blu di Chefchaouen, distesi al sole tra le pietre di un sito storico, curiosi nelle piazze affollate. È impossibile non notare quanto siano amati e rispettati, e per me che adoro i gatti è stato un dettaglio che ha reso il viaggio ancora più speciale.
Un altro aspetto che mi ha colpita è l’artigianato, ancora realizzato a mano e non solo a beneficio dei turisti. Vedere gli artigiani locali all’opera nei souk è un’esperienza autentica: scarpe cucite a mano, lampade lavorate nei minimi dettagli, gioielli unici. E poi i tappeti berberi, veri capolavori che raccontano tradizioni secolari.
La cultura berbera è profondamente radicata e affascinante. I berberi stessi si definiscono amazigh, “uomini liberi” e sono un popolo che ha sempre saputo difendere la propria identità fino a far riconoscere la propria lingua e cultura come parte integrante del Marocco arabo.
Il Marocco è così: un Paese che ti sorprende continuamente, non solo per i grandi monumenti, ma anche per i piccoli particolari che ti entrano nel cuore.

La mia esperienza come coordinatrice del tour Marocco Voyager
Il tour Marocco Voyager di World Face è stato il mio primo viaggio come coordinatrice di un gruppo organizzato. In passato avevo già accompagnato persone alla scoperta di nuove destinazioni, ma si trattava sempre di blogger, amici o familiari.
Non avevo mai guidato un gruppo così eterogeneo, formato da viaggiatori diversi per età, esperienze e motivazioni. Ed è proprio questo che mi ha permesso di imparare moltissimo sulle persone e sulle dinamiche che si creano quando si viaggia insieme.
Non è stato solo un itinerario tra città imperiali, villaggi berberi e deserto, ma anche una sfida personale. Ho dovuto gestire imprevisti, come l’infortunio di una partecipante, e affrontare le diverse reazioni del gruppo. È stata un’occasione preziosa per crescere sia come persona sia come professionista nel settore turistico.
Ho scoperto che nei viaggi di gruppo non esistono regole fisse: a volte emergono differenze di carattere, altre volte nasce subito una sintonia speciale. Durante il Marocco Voyager ho incontrato viaggiatori straordinari, persone con una luce unica che hanno reso bellissimo condividere anche solo un tratto di strada. Coordinare questo tour mi ha richiesto energia, empatia e capacità di adattamento, ma mi ha regalato insegnamenti che custodirò in ogni futuro viaggio.

Partecipa a un viaggio di gruppo con World Face
Se c’è una cosa che ho imparato dal tour Marocco Voyager, è che i viaggi di gruppo hanno qualcosa di speciale. Ti permettono di scoprire destinazioni incredibili senza doverti preoccupare dell’organizzazione e, soprattutto, di condividere emozioni e avventure con persone che magari non conoscevi prima, ma che diventano compagni di strada.
Con World Face puoi vivere esperienze autentiche in tante parti del mondo: dall’aurora boreale in Islanda alle avventure in Perù, dai safari in Namibia ai templi in Giappone, fino alle spiagge da sogno di Zanzibar o alle città vibranti come New York e Tokyo. Io stessa, come coordinatrice, ho visto quanto sia bello quando un gruppo si emoziona davanti a un tramonto, si perde nei vicoli di una medina o si lascia sorprendere da un incontro locale.
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Scrivimi nei commenti se hai vissuto anche tu un viaggio di gruppo o se vuoi vivere la tua prossima esperienza insieme a World Face.