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Cosa vedere a Gorizia e Nova Gorica: guida alle due città di confine Capitali della Cultura

di Paola
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Ho visitato Gorizia e Nova Gorica incuriosita dall’idea di una città divisa tra due Stati, Italia e Slovenia. Una volta lì, mi ha stupito la loro dimensione da paese più che da città: entrambe sono molto piccole e si visitano a piedi, passando dall’una all’altra senza accorgersene, come se il confine non fosse mai esistito. Nominate nel 2025 prima Capitale Europea della Cultura transfrontaliera, hanno trasformato la loro storia di divisione in un unione di arte e cultura, come potrai scoprire in questo articolo.

Gorizia: da città di identità ibrida a città di frontiera

Agli inizi del Novecento Gorizia era una città cosmopolita, dove convivevano italiani, sloveni e friulani. Non si trattava di comunità separate, come a Trieste, ma di un intreccio quotidiano di lingue e tradizioni. L’identità goriziana nasceva proprio da questa dimensione ibrida, in cui la mescolanza era la norma.

Con la fine della Prima guerra mondiale la città passò dall’Impero asburgico all’Italia. Il cambiamento fu radicale e si rifletté anche nell’urbanistica, con nuove vie, monumenti e una toponomastica che ribattezzò piazze e strade. La storica piazza Travnik, conosciuta come piazza grande, divenne piazza della Vittoria.

Parallelamente, iniziò una politica di italianizzazione forzata: lo sloveno venne bandito dalle scuole, parlare quella lingua in pubblico proibito, mentre il Trgowski Dom, cuore culturale sloveno, fu incendiato nel 1927.

Queste discriminazioni alimentarono tensioni che esplosero nel vuoto di potere successivo all’8 settembre 1943. In quei mesi si consumarono i massacri delle foibe, che coinvolsero non solo fascisti dichiarati ma anche civili, spesso vittime di vendette personali. Una terra ibrida e multiculturale si ritrovò così lacerata dall’odio, prima ancora che dal confine politico.

La frattura definitiva arrivò il 10 febbraio 1947, quando il Trattato di Pace di Parigi tracciò una linea che divise Gorizia in due: da una parte l’Italia, dall’altra la Jugoslavia. Quella linea spezzò famiglie, campi e proprietà, trasformando la città in un luogo senza retroterra.

Dall’altra parte sorse Nova Gorica, città socialista costruita da zero con viali ampi ed edifici modernisti ispirati a Le Corbusier. Per oltre sessant’anni le due città hanno vissuto separate da una frontiera invalicabile, tra contrabbando, diffidenza e curiosità reciproca.

Gorizia e Nova Gorica: dal confine all’incontro tra due città senza frontiere

Oggi Gorizia e Nova Gorica non sono più città divise, ma un esempio di rinascita e collaborazione. Nel 2025 sono state nominate insieme Capitale Europea della Cultura, la prima transfrontaliera, un riconoscimento che celebra la capacità di trasformare una ferita storica in un’occasione di incontro e dialogo.

La memoria di quel passato non è stata dimenticata, ma custodita nei musei che raccontano la vita quotidiana lungo il confine. Visitandoli si comprende meglio cosa significasse vivere in una città separata da una linea bianca tracciata sull’asfalto, capace di dividere famiglie, amici e comunità.

Durante il nostro viaggio abbiamo visitato diversi luoghi e spazi museali ed è stata un’esperienza sorprendente. Abbiamo ascoltato testimonianze, visto fotografie e installazioni che rendevano tangibili le storie di chi ha vissuto quegli anni.

A me hanno permesso di capire meglio le contraddizioni del Novecento, mentre per mio figlio, nato come cittadino dell’Unione Europea, è stata la scoperta di un mondo lontano e difficile da immaginare, in cui le frontiere non erano un concetto astratto, ma un confine reale.

Targa sulla linea di confine tra Piazza Transalpina in Gorizia, Italia e Trg Evrope in Nova Gorica, Slovenia
Targa sulla linea di confine tra Piazza Transalpina in Gorizia, Italia e Trg Evrope in Nova Gorica, Slovenia

Piazza Transalpina: da linea di confine a ponte di unione tra Italia e Slovenia

La Piazza Transalpina, chiamata Trg Evrope in sloveno, è il cuore simbolico dell’identità transfrontaliera di Gorizia e Nova Gorica. Qui un tempo correva la linea che divideva Italia e Jugoslavia, mentre oggi puoi camminare liberamente da una parte all’altra, con un piede in Italia e l’altro in Slovenia.

Al centro della piazza puoi vedere il mosaico realizzato nel 2004 per celebrare l’ingresso della Slovenia nell’Unione Europea. Sulla piazza si affaccia la storica stazione ferroviaria Transalpina, inaugurata nel 1906 come collegamento tra Gorizia e l’Europa centrale, testimonianza del passato mitteleuropeo della città. Al suo interno una mostra permanente ripercorre la storia del confine di Stato dal 1945 al 2004, con fotografie, mappe e documenti.

A pochi passi dalla piazza, in un edificio della vecchia stazione ferroviaria, sta prendendo forma l’EPIC (Piattaforma Europea per l’Interpretazione del XX secolo), un museo finanziato dall’Unione Europea che racconterà la vita di confine tra Italia e Jugoslavia. Quando l’abbiamo visitato era ancora in fase di allestimento, ma il progetto prevede spazi multimediali, testimonianze personali e anche una caffetteria.

Oggi Piazza Transalpina è molto più di uno spazio urbano: è un luogo di incontro e di memoria, un ponte che restituisce a due città la loro unità, negata per oltre sessant’anni. Noi ci siamo divertiti a saltellare da una parte all’altra del confine, mentre mio figlio mi chiedeva incuriosito quale fosse l’Italia e quale la Slovenia.

Piazza Transalpina in Gorizia, Italia / Trg Evrope in Nova Gorica, Slovenia vista dall'alto
Piazza Transalpina in Gorizia, Italia / Trg Evrope in Nova Gorica, Slovenia vista dall’alto

Il Confine di Stato nel Goriziano: la mostra alla stazione di Nova Gorica

All’interno della stazione Transalpina di Nova Gorica, il più antico edificio della città slovena, puoi visitare gratuitamente una mostra dedicata al Confine di Stato nel Goriziano. L’esposizione si trova in una delle sale d’attesa e nel corridoio antistate ed è composta principalmente pannelli esplicativi e qualche vetrina con oggetti storici e documenti.

Nonostante la semplicità, è stato interessante scoprire come la vicenda del confine sia strettamente legata a quella della Ferrovia Transalpina. La linea fu inaugurata nel 1906 alla presenza dell’arciduca Francesco Ferdinando e costruita come parte del grande progetto ferroviario asburgico per collegare Vienna al porto di Trieste. La Transalpina divenne presto una delle infrastrutture più moderne e strategiche della Mitteleuropa.

Dopo la Prima guerra mondiale e il Trattato di Rapallo, la ferrovia passò sotto l’Italia. Fu però il Trattato di Pace di Parigi del 1947 a segnarne il destino, dividendo il territorio tra Italia e Jugoslavia e trasformandola in una linea periferica, tagliata in due da un confine invalicabile.

Il museo racconta come la ferrovia, pur penalizzata dalla divisione politica, abbia mantenuto un ruolo vitale. Negli anni Settanta iniziarono a circolare i primi treni turistici a vapore e dal 1986 le agenzie slovene organizzano regolari viaggi storici stagionali. Oggi i treni passeggeri collegano Jesenice, Nova Gorica e Sežana, favorendo sia i pendolari sia i turisti, in un’ottica di nuova mobilità sostenibile.

Muzej Državna Meja na Goriškem – Collezione Museale Kolodvor
Il Confine di Stato nel Goriziano
Stazione della Transalpina, piazzale della Transalpina
Železniška Postaja, Kolodvorska pot 8, 5000 Nova Gorica, Slovenia

Museo del Lasciapassare / Prepustnica a Gorizia: la memoria di una città divisa

Il Museo del Lasciapassare / Prepustnica, ospitato nell’ex dogana del valico del Rafut, è uno dei luoghi più emozionanti da visitare a Gorizia. L’ingresso è gratuito e, più che un museo tradizionale, offre un percorso multimediale che racconta la vita lungo il confine tra il 1947 e il 2004.

A colpirmi di più sono stati i video con le testimonianze di chi ha vissuto la divisione sulla propria pelle: famiglie spezzate, stalle in Italia e fienili in Jugoslavia divisi da una semplice linea bianca, la necessità di un lasciapassare per oltrepassare pochi metri di strada, trasportando solo piccole quantità di merci. I custodi hanno reso la nostra visita ancora più interessante, con spiegazioni e aneddoti.

Il percorso ruota attorno a due installazioni: Linea Bianca, uno schermo immersivo che ricrea l’atmosfera dei giorni in cui il confine venne tracciato, e Frammenti di memoria, un tavolo interattivo che raccoglie storie personali.

Le testimonianze sono forti e autentiche. C’è chi racconta di aver dovuto abbandonare tutto per scegliere da che parte vivere, chi ricorda i controlli alla frontiera con pattuglie attive giorno e notte. Col tempo i rapporti tra soldati si addolcirono e nacquero piccoli scambi: i goriziani portavano in Jugoslavia beni difficili da trovare, mentre gli sloveni compravano in Italia carne e miele. Non mancano i riferimenti alle foibe, agli arresti e alle deportazioni del 1945, quando Gorizia rimase per 42 giorni sotto amministrazione jugoslava.

Visitare il Museo del Lasciapassare significa vivere un’esperienza emozionante e sensoriale. Più che apprendere la storia ufficiale, entri nella vita reale di chi ha vissuto per decenni sospeso tra due mondi.

Museo del Lasciapassare / Prepustnica
Via del Rafut, 51, 34170 Gorizia, Italia

Museo del Lasciapassare / Prepustnica a Gorizia
Ingresso del Museo del Lasciapassare / Prepustnica a Gorizia

Museo sul Confine a Nova Gorica: vivere la memoria del confine tra Italia e Slovenia

Vicino al Museo del Lasciapassare di Gorizia, a pochi metri di distanza e dall’altra parte della frontiera, si trova il Museo sul Confine di Nova Gorica. Spesso indicato come “museo del contrabbando”, la mostra permanente Na šverc! Il contrabbando nel goriziano dopo la seconda guerra mondiale è ospitata negli ex uffici del valico di seconda categoria di Pristava.

Questa mostra racconta come il confine, oltre a separare due mondi politici ed economici, abbia dato vita a una pratica quotidiana tanto diffusa quanto ingegnosa: il contrabbando, in sloveno šverc. Il termine deriva dal tedesco schwarz (nero) e indicava il commercio in nero di beni di prima necessità o di articoli proibiti.

Subito dopo la guerra il contrabbando serviva soprattutto a sopperire alle mancanze quotidiane: gli italiani andavano in Jugoslavia per carne, miele, grappa, sigarette e persino rum importato da Cuba, mentre gli jugoslavi attraversavano la frontiera per jeans, bibite gassate, medicine, piastrelle e letteratura proibita. Il bene più ricercato, e più spesso sequestrato dai doganieri, era però il caffè.

Il museo racconta questa realtà con fotografie, oggetti originali e testimonianze, mostrando i mille espedienti per nascondere la merce: cucita nelle fodere, infilata sotto i vestiti, nascosta in biciclette e automobili. Negli anni Sessanta, con l’aumento del potere d’acquisto in Jugoslavia, lo šverc si trasformò in un vero e proprio turismo dello shopping oltre confine, cosa che continua ancora oggi legalmente, per esempio con gli italiani di confine che fanno benzina in Slovenia!

Muzejska zbirka Pristava – Collezione museale Pristava
Museo sul Confine
Kostanjeviška cesta 32, 5000 Nova Gorica, Slovenia

Murales con la famosa mucca goriziana che aveva la stalla divisa dalla linea di confine
Murales con la famosa mucca goriziana che aveva la stalla divisa dalla linea di confine

Palazzi, musei ed edifici storici: il patrimonio culturale delle due città

Con mio figlio siamo andati a Gorizia e Nova Gorica soprattutto per la loro storia di confine, ma ci siamo trovati davanti anche a un ricco patrimonio architettonico e artistico che racconta secoli di intrecci culturali. Qui si incontrano le eredità medievali, con castelli e borghi fortificati, le eleganze barocche e rococò dei palazzi nobiliari, le memorie religiose ebraiche e cattoliche, fino alle testimonianze del Novecento.

Soprattutto dal lato italiano, ogni edificio riflette le tante identità che hanno abitato queste terre di frontiera: famiglie aristocratiche, comunità ebraiche, ordini religiosi, amministratori asburgici e italiani. Il risultato è un mosaico di stili e storie che convivono nello stesso territorio.

Visitando il Castello di Gorizia, con le sue mura medievali, o il raffinato Palazzo Coronini Cronberg, con i suoi arredi originali e il parco all’inglese, ti immergi in un’atmosfera nobiliare di altri tempi. La sinagoga settecentesca, insieme al Monastero di Kostanjevica con la cripta dei Borboni e il vicino Castello di Kromberk, oggi sede del Goriški muzej, entrambi in Slovenia, arricchiscono un itinerario che unisce arte, storia e memoria.

Gorizia vista da Borgo Castello
Gorizia vista da Borgo Castello

Il Castello di Gorizia e i Musei Provinciali: viaggio nel passato medievale

Il Castello di Gorizia è il simbolo più riconoscibile della città. Arroccato su una collina, domina dall’alto l’intero territorio e regala un panorama spettacolare che si estende fino a Nova Gorica. Le sue origini risalgono all’XI secolo, ma nel corso del tempo fu modificato più volte, con l’aggiunta di bastioni e torri.

La struttura ebbe funzioni diverse: da residenza dei Conti di Gorizia a centro amministrativo, da caserma a carcere. Durante la Prima guerra mondiale il castello fu bombardato e ridotto in rovina. L’opera di ricostruzione avviata negli anni Trenta gli ha restituito l’aria medievale che ancora oggi lo caratterizza.

A noi è piaciuto molto passeggiare nel tranquillo Borgo Castello e ammirare il paesaggio dall’alto. Se decidi di entrare nel museo dentro il castello, troverai sale arredate con mobili d’epoca, collezioni di armi e reperti che raccontano la vita nobiliare e popolare dei secoli passati, parte dei Musei Provinciali di Gorizia.

Il fascino del castello è reso ancora più particolare dalla leggenda della Dama Bianca, lo spirito di un’antica castellana che, secondo la tradizione, apparirebbe di notte tra le sue mura.

Castello di Gorizia
Borgo Castello, 36, 34170 Gorizia, Italia

Ingresso del Castello di Gorizia
Ingresso del Castello di Gorizia

Palazzo Coronini Cronberg: eleganza aristocratica e storie d’Europa

Il Palazzo Coronini Cronberg è una dimora storica che ti fa respirare la raffinatezza dell’aristocrazia goriziana. Costruito alla fine del XVI secolo e trasformato nel Settecento, conserva ancora arredi originali, oggetti preziosi e opere d’arte. Tra queste puoi ammirare le celebri teste di carattere dello scultore Franz Xaver Messerschmidt, dei ritratti così intensi e realistici che sembrano quasi moderni.

Il palazzo è legato anche alla grande storia europea: qui visse in esilio Carlo X di Borbone, ultimo re di Francia. Oggi è sede della Fondazione Palazzo Coronini Cronberg e ospita un museo davvero suggestivo. Il percorso si snoda in tredici sale interamente arredate, così come le aveva volute l’ultimo discendente della famiglia, il conte Guglielmo Coronini Cronberg, che vi abitò fino al 1990.

A completare la visita c’è un parco romantico in stile inglese, con statue, fontane e alberi monumentali: un luogo perfetto per una passeggiata rilassante dopo le sale del museo. Ti consiglio questa visita senza bambini, per apprezzare al meglio questo luogo splendido ed elegante.

Palazzo Coronini Cronberg
Viale XX Settembre, 14, 34170 Gorizia, Italia

Palazzo Coronini Cronberg a Gorizia
Esterno di Palazzo Coronini Cronberg a Gorizia

Palazzo Attems Petzenstein: il cuore rococò di Gorizia

A pochi passi dal centro di Gorizia si trova il Palazzo Attems Petzenstein, una delle dimore più eleganti della città e oggi sede della Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia. Qui sono esposte quasi cento opere che raccontano due secoli di storia dell’arte, dal Settecento al Novecento: una tappa imperdibile se sei appassionato di pittura.

Costruito nel 1750 per volere del conte Sigismondo d’Attems, il palazzo è un raffinato esempio di architettura rococò e custodisce ambienti di grande fascino. Tra gli affreschi più suggestivi spiccano la Stanza delle Metamorfosi di Ovidio, realizzata da Francesco Chiarottini, e il Salone d’onore, decorato da Antonio Paroli con gli Dei dell’Olimpo e arricchito dalla monumentale Pala Attems di Giambettino Cignaroli.

La collezione della pinacoteca è ricca e varia: dai ritratti intensi di Giuseppe Tominz, il più celebre pittore goriziano, alle opere di Josef Maria Auchentaller, artista della Secessione viennese vicino a Gustav Klimt. Il Palazzo Attems Petzenstein è un luogo che unisce arte, storia e bellezza, ma in base alla mia esperienza, lo apprezzerai sicuramente meglio senza bambini al seguito.

Palazzo Attems Petzenstein
Piazza Edmondo de Amicis, 2, 34170 Gorizia, Italia

Palazzo Attems Petzenstein a Gorizia
Palazzo Attems Petzenstein a Gorizia

La Gorizia ebraica: itinerario tra sinagoga, cimitero e memoria storica

La comunità ebraica di Gorizia, particolarmente fiorente tra Sette e Ottocento, ha lasciato segni profondi nella storia e nell’identità culturale della città. Il punto di partenza per scoprire questa eredità è la sinagoga settecentesca, nel cuore del centro cittadino che oggi ospita mostre e attività culturali.

Poco fuori dal centro, il cimitero ebraico di Valdirose è un luogo silenzioso e suggestivo, dove lapidi e monumenti funebri raccontano secoli di vita comunitaria. In città troverai anche targhe commemorative e pietre d’inciampo che ricordano gli ebrei deportati durante la Shoah, accanto a dediche a figure di spicco come il filosofo Carlo Michelstaedter, intellettuale goriziano dalla vita breve ma dalle riflessioni ancora attuali.

Monastero di Kostanjevica a Nova Gorica: la cripta dei Borboni e i giardini di rose

Sul colle che domina Nova Gorica si trova il Monastero di Kostanjevica, conosciuto anche come Monastero di Castagnevizza in italiano. Fondato dai padri francescani, è uno dei luoghi più suggestivi della città, capace di unire memoria storica e spiritualità.

La sua cripta del Monastero di Kostanjevica ospita le tombe degli ultimi Borboni di Francia, tra cui Carlo X, l’ultimo re francese morto in esilio. Accanto alla chiesa puoi visitare la biblioteca di Škrabec, con volumi antichi e manoscritti preziosi che raccontano la lunga tradizione culturale del convento.

All’esterno del monastero puoi scoprire i giardini di rose Bourbon, tra i più ricchi al mondo. In primavera la fioritura trasforma questo luogo in un’oasi di colori e profumi, amata non solo da fedeli e pellegrini, ma anche dagli appassionati di botanica e dai viaggiatori curiosi.

Convento Francescano di Kostanjevica
Škrabčeva ulica 1, 5001 Nova Gorica, Slovenia

Monastero di Kostanjevica a Nova Gorica
Monastero di Kostanjevica a Nova Gorica

Castello di Kromberk: arte e storia slovena a due passi da Gorizia

A pochi chilometri da Nova Gorica puoi visitare il Castello di Kromberk, un’elegante residenza rinascimentale oggi sede del Goriški Muzej, il Museo di Gorizia che, nonostante il nome, è a Nova Gorica. Si trova in una posizione panoramica sulla Valle del Vipacco e ospita mostre permanenti e temporanee dedicate all’arte e alle tradizioni locali, con collezioni che spaziano dal Settecento all’età contemporanea.

Il castello fu costruito nel Seicento dalla famiglia Coronini, la stessa del Palazzo Coronini Cronberg che puoi vedere a Gorizia, e divenne una residenza estiva arricchita di opere e arredi. Nei secoli subì distruzioni e incendi, soprattutto durante le due guerre mondiali, ma fu ricostruito più volte fino a diventare un museo nel 1954.

Oggi le sue quattro torri e le sale storiche restituiscono l’atmosfera di una dimora nobiliare. All’esterno, giardini e vigneti offrono uno scenario suggestivo dove passeggiare in tranquillità. Ti consiglio di inserire il Castello di Kromberk nel tuo itinerario se hai tempo per una gita fuori porta e vuoi scoprire i dintorni di Gorizia e Nova Gorica.

Castello di Kromberk – Goriški Muzej
Grajska cesta 1, 5000 Nova Gorica, Slovenia

Natura e paesaggi a Gorizia e Nova Gorica: tra parchi storici e panorami sull’Isonzo

Noi siamo andati a Gorizia e Nova Gorica affascinati soprattutto dalla loro storia di confine, ma durante la visita abbiamo scoperto anche quanto siano verdi e piacevoli da vivere. Oltre al patrimonio storico e culturale, entrambe le città offrono parchi, giardini e scorci naturali che regalano momenti di pausa e panorami davvero suggestivi.

Il paesaggio urbano si intreccia con il fiume Isonzo e con luoghi che vale la pena vedere, come i tre ponti di Salcano, Solkan in sloveno, oppure il Parco del Rafut con la sua villa orientalista, circondata da piante rare ed esotiche. Sono esperienze che mostrano un lato diverso delle due Gorizie, più tranquillo e legato alla natura, perfetto per completare un itinerario culturale.

I tre ponti di Salcano in Slovenia: simboli di unione sul fiume Isonzo

Sul fiume Isonzo, poco fuori dal centro di Nova Gorica, si trovano i tre ponti di Salcano. Oggi fanno parte della Slovenia, e li puoi raggiungere seguendo le indicazioni per Solkan, ma nel secolo scorso erano motivo di orgoglio per l’ingegneria italiana.

Il più celebre è il ponte ferroviario in pietra, costruito all’inizio del Novecento: con la sua imponente arcata principale è ancora oggi considerato il più grande al mondo del suo genere. Accanto si trova il ponte stradale, che per decenni ha collegato le due sponde del fiume, mentre un terzo ponte, moderno e funzionale, racconta l’evoluzione dei trasporti nella zona.

Oltre al valore storico e architettonico, i ponti di Salcano regalano una vista spettacolare sul fiume Isonzo e sono tra i punti panoramici più amati della zona. Noi ci siamo arrivati a piedi, con una breve escursione adatta a tutti. L’area oggi è anche un luogo dedicato allo sport e all’avventura: se cerchi emozioni forti qui puoi provare attività come il bungee jumping.

Ponte ferroviario di Salcano, Solkan, Slovenia
Ponte ferroviario di Salcano, Solkan, Slovenia

Villa Lasciac e il Parco del Rafut: un angolo mediorientale a Nova Gorica

Il Parco del Rafut è uno dei luoghi più insoliti da visitare a Gorizia, con un giardino che custodisce piante rare e alberi monumentali provenienti da tutto il mondo. Tra le sue curiosità botaniche spicca la quercia da sughero più antica della Slovenia, che testimonia la vocazione internazionale di questo spazio verde.

Al centro del parco sorge Villa Lasciac, progettata dall’architetto goriziano Antonio Lasciac, noto anche per i suoi lavori in Egitto. Le forme eclettiche e i dettagli orientalisti della villa richiamano il gusto architettonico che Lasciac aveva maturato al Cairo e ad Alessandria, portando a Gorizia un tocco di Medio Oriente.

Negli ultimi anni il parco è stato oggetto di progetti di recupero con fondi europei, e anche se al momento molte strutture sono in attesa di restauro, rimane un luogo affascinante dove passeggiare tra natura e storia. Qui trovi anche installazioni contemporanee, come la Foresta Sinfonica, che trasforma i suoni degli alberi in musica.

Rafutski Park
5000 Pristava, Slovenia

Come spostarsi tra Gorizia e Nova Gorica: consigli pratici per visitare le due città

Una delle esperienze più curiose nel visitare Gorizia e Nova Gorica è la possibilità di passare da una città all’altra senza quasi accorgerti di attraversare un confine che per decenni ha diviso le due comunità.

Oggi le due Gorizie sono collegate da piazze, vie pedonali e piste ciclabili che rendono gli spostamenti facili e immediati. Le distanze sono così ridotte che puoi visitarle tranquillamente a piedi, come abbiamo fatto noi, utilizzando l’auto solo per raggiungere il Monastero di Kostanjevica che si trova in cima a una collina. Se non ti piace camminare o hai problemi di mobilità, puoi prendere la linea transfrontaliera urbana Gorizia-Nova Gorica.

Se viaggi in macchina non avrai difficoltà a muoverti e parcheggiare. C’è poco traffico e i parcheggi sono numerosi e gratuiti sia a Gorizia che a Nova Gorica. Ricorda però che i nomi cambiano a seconda del lato del confine: in Italia troverai le denominazioni italiane, mentre in Slovenia quelle slovene. Così Salcano diventa Solkan, Piazza Transalpina è anche Trg Evrope, e lo stesso vale per molti altri luoghi.

Come raggiungere Gorizia e Nova Gorica: auto, treno, bus e aereo

Se viaggi in auto, Gorizia e Nova Gorica sono città ben collegate sia dal lato italiano che da quello sloveno. Io, ad esempio, ci sono arrivata in auto dalla Slovenia dopo la mia visita al Parco della Storia Militare di Pivka. Raggiungere le due Gorizie è semplice grazie alla posizione strategica al confine: puoi arrivare sia tramite autostrada che strade secondarie sia dal lato italiano che da quello sloveno.

In treno, Gorizia è servita dalla stazione Gorizia Centrale, dove fermano i regionali e alcuni treni a lunga percorrenza. Se parti da città italiane come Milano o Bologna, di solito è previsto un cambio a Venezia Mestre o a Monfalcone.

Dal lato sloveno, invece, Nova Gorica non è ben collegata alla rete ferroviaria: a parte alcuni treni turistici o locali, la linea da Lubiana prevede cambi e risulta spesso sostituita da autobus.

Il servizio in autobus offre collegamenti diretti sia con città vicine sia con aeroporti italiani e sloveni, e non mancano linee internazionali che fermano nelle due città. Se vuoi raggiungere Nova Gorica da Lubiana ti conviene scegliere direttamente un autobus o cercare soluzioni miste su piattaforme come Omio.

L’aeroporto più vicino è quello di Trieste – Friuli Venezia Giulia (TRS, Ronchi dei Legionari), a circa 20 km da Gorizia, con collegamenti rapidi in autobus e treno. In alternativa, puoi volare su Lubiana Jože Pučnik Airport (LJU), che dista circa 130 km da Nova Gorica: più lontano, ma comodo se intendi visitare Lubiana durante il tuo viaggio.

Dove dormire a Gorizia e Nova Gorica: le migliori sistemazioni tra le due città di confine

Per questo viaggio avevo organizzato tutto all’ultimo minuto per cui per l’alloggio mi ero dovuta accontentare. Avevo affittato una stanza con bagno privato a Nova Gorica, nella frazione di Solkan (Salcano), appena fuori città. So che molti dei miei lettori preferiscono gli appartamenti, ma io continuo a prediligere gli hotel che ti garantiscono migliori standard.

Riguardo alla zona, Solkan è molto residenziale e, nonostante il nome, non è detto sia vicino ai ponti famosi (infatti li abbiamo raggiunti in auto). Da qui puoi raggiungere facilmente a piedi sia il centro di Gorizia che quello di Nova Gorica se hai voglia di camminare, anche se la posizione resta un po’ decentrata rispetto a Piazza della Transalpina, il cuore delle due città.

Per un soggiorno confortevole senza sorprese, ti consiglio strutture centrali e ben recensite come il Grand Hotel Entourage, ospitato in una residenza nobiliare del XVI secolo vicino al Castello di Gorizia. Se viaggi in auto e preferisci una sistemazione tranquilla, fuori dal centro di Nova Gorica trovi il DAM Boutique Hotel & Restaurant, con piscina stagionale, giardino e terrazza.

A Nova Gorica, invece, il Perla Casino & Hotel, dentro il casinò, è una scelta particolare. Non è adatto a famiglie, ma è perfetto se cerchi un soggiorno fuori dal comune, con spa, piscina coperta e l’atmosfera unica del casinò più grande d’Europa.

Ti consiglio di visitare Gorizia e Nova Gorica per scoprire storie di frontiera, tra musei e testimonianze, e come un confine possa diventare una linea di unione tra due città gemelle. Scrivimi nei commenti cosa ti ha colpito di più delle due Gorizie o se questo articolo ti ha ispirato a visitarle nel tuo prossimo viaggio.

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2 commenti

Claudia 07/10/2025 - 23:39

Non sono mai stata a Gorizia, ma le città di confine mi interessano sempre tantissimo proprio per quel loro essere naturalmente multinazionali. Che tristezza che la politica e la storia hanno cambiato quello che un tempo era un equilibrio naturale tra popoli in queste zone

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Paola 08/10/2025 - 06:35

Ora però sembra si siano superate le differenze! Non so come effettivamente vivano le famiglie locali questa nuova unione, ma le persone a contatto con i turisti avevano molto piacere di raccontare e far conoscere la loro città senza rancore per il passato

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