Tihany è uno dei borghi più turistici sul lago Balaton, ma merita una visita per la sua importanza storica. L’antica abbazia benedettina che domina la penisola ha avuto un ruolo chiave nello sviluppo della regione e racconta secoli di storia ungherese. Passeggiando tra le vie del borgo incontrerai scorci pittoreschi, sculture in legno e tantissima lavanda, simbolo inconfondibile della penisola di Tihany.
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Cosa vedere a Tihany: alla scoperta del borgo storico sul lago Balaton
Tihany si trova sulla sponda nord del lago Balaton ed è un borgo che intreccia storia, natura e tradizioni. Non lasciarti scoraggiare dal gran numero di negozi che vendono souvenir alla lavanda, simbolo della penisola. Fuori dalle vie più turistiche l’atmosfera resta autentica e merita di essere vissuta.
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Passeggiando tra le vie acciottolate potrai ammirare scorci pittoreschi e sculture in legno dedicate alla vendemmia e alla vita contadina, che richiamano la tradizione vinicola presente qui fin dal Medioevo.
Il cuore del borgo è l’abbazia benedettina, fondata nel 1055, che domina il panorama ed è il punto di riferimento di Tihany. Il museo annesso racconta la storia del monastero e il suo impatto sulla regione, svelando anche curiosità inaspettate come il celebre Ballo di Anna, un evento che sembra lontanissimo dal mondo monastico. Per concludere la visita, non perderti la Casa della Lavanda, dove potrai scoprire oli essenziali, saponi, profumi e persino birra aromatizzata con la lavanda locale.

Abbazia Benedettina di Tihany: cuore spirituale e culturale del borgo
L’Abbazia di Tihany sorge in posizione spettacolare, sul promontorio che domina la penisola e regala una vista mozzafiato sul lago Balaton. La puoi vedere da lontano, come punto di riferimento, quando ti avvicini a Tihany, ed è davvero suggestivo vederla stagliarsi all’orizzonte man mano che ti avvicini al borgo.
Fondata nel 1055, ha attraversato invasioni, incendi e ricostruzioni, fino a trovare l’attuale forma barocca nel XVIII secolo. Oggi è tornata a essere custodita dai monaci benedettini, che l’hanno riaperta alla vita spirituale nel 1993, dopo la parentesi dell’epoca comunista.
All’interno si trova una chiesa cattolica riccamente decorata, con affreschi e altari dedicati a San Benedetto e a figure legate al culto benedettino, come Santa Scolastica e la Madonna di Mariazell. Durante la mia visita speravo di poter visitare il chiostro per percepire l’atmosfera monastica, ma invece è chiuso al pubblico. In compenso ho trovato molto interessante la visita al museo, che arricchisce la scoperta dell’abbazia con esposizioni e curiosità.
I biglietti per l’abbazia e il museo si acquistano direttamente alla biglietteria situata accanto all’ingresso principale. Con un unico ticket potrai accedere alla chiesa, alla cripta e al museo: un percorso completo che ti consiglio di non perdere per comprendere davvero l’importanza storica e culturale di questo luogo.
Tihanyi Apátság
Tihany, I. András tér 1, 8237 Hungary

Museo dell’Abbazia di Tihany: un viaggio tra storia e curiosità
Il museo dell’Abbazia di Tihany per me è una delle visite più interessanti che puoi fare nel borgo, perché unisce la storia del monastero con quella della penisola e del lago Balaton. Qui ho scoperto dettagli che non immaginavo, come la passione dei villeggianti per i souvenir del Balaton e la tradizione dell’Anna-bál, un ballo elegante che ha legato per secoli la vita del monastero a quella del borgo.
Il pezzo più prezioso della collezione è la riproduzione della celebre Carta dell’Abbazia di Tihany, del 1055, considerata il documento più antico che conserva parole in lingua ungherese. Nel museo non ci sono solo oggetti antichi, il percorso di visita è moderno, arricchito da installazioni multimediali interessanti per grandi e piccoli.
Oltre alla storia degli abati che hanno guidato l’abbazia, il museo dell’Abbazia di Tihany racconta anche la quotidianità dei monaci e la vita non monastica che gravitava intorno al Balaton, offrendo un quadro completo di questo luogo unico.

Vita quotidiana dei monaci nell’Abbazia di Tihany
Visitando il museo dell’Abbazia di Tihany ho scoperto quanto fosse complessa e organizzata la vita dei monaci, molto più di quanto immaginassi. Il principio che guidava la comunità era dettato dalla massima latina ora et labora: prega e lavora. Il monastero era un sistema autosufficiente, capace di provvedere ai bisogni quotidiani senza eccessi, con l’obiettivo di creare cultura e mantenere vive le tradizioni.
Ogni monaco aveva un ruolo preciso. L’abate era la guida spirituale e pratica del convento, il priore manteneva l’ordine e formava i novizi, mentre i fratelli laici si occupavano dei compiti più concreti, dalla sacrestia alla farmacia. Anche la gestione delle terre era fondamentale: a sud del lago Balaton amministrava un responsabile agricolo, mentre a nord era l’abate stesso a occuparsene. Dal XVIII secolo l’abbazia istituì parrocchie nei villaggi vicini, seguendo anche la vita spirituale degli abitanti.

La cucina rifletteva lo stesso equilibrio della vita monastica: pasti semplici ma vari, con tre portate a base di prodotti degli orti, degli allevamenti, dei boschi e soprattutto del lago Balaton. Nei lunghi periodi di digiuno la carne era esclusa, ma la dieta restava sorprendentemente ricca grazie al pesce, alle verdure e persino a ingredienti insoliti come lumache, rane e uccelli acquatici.
Probabilmente i monaci di Tihany nei secoli passati mangiavano molto meglio dei loro contemporanei, e forse anche di noi oggi. Mi ha incuriosito scoprire che nei giorni di festa non mancavano grappe e liquori, e che dal Settecento iniziarono a bere regolarmente caffè e tè. Pensare ai monaci che concludono cena con un gustoso distillato fa sorridere, perché non ti aspetti questi “vizi” da chi ha scelto una vita di preghiera e rigore!

Tihany e il lago Balaton: tradizioni e vita oltre il monastero
Il museo dell’Abbazia di Tihany non racconta solo la vita religiosa, ma anche come il monastero fosse intrecciato con le attività non monastiche del Balaton. Spiritualità e vita laica convivevano, tra liturgie solenni e feste popolari, tra rigore monastico e svago termale. Nel museo ho scoperto che questa zona era turistica già secoli fa.
Le terme con acque medicinali attiravano visitatori da tutta l’Ungheria e i frequentatori acquistavano souvenir come tazze e boccali con la scritta Balatonfüred. Non c’era ancora la moda delle calamite, ma i visitatori non ripartivano senza aver acquistato almeno un set da caffè in porcellana di Herend, decorato con qualche veduta del lago.

Tra le tradizioni più curiose spicca l’Anna Ball di Balatonfüred, nato nell’Ottocento e diventato uno degli eventi mondani più attesi del lago. Eleganti dame in abiti da sera, ufficiali in uniforme e villeggianti partecipavano a questo ballo che univa romanticismo e mondanità. Dopo una pausa dovuta alle guerre e al periodo socialista, l’Anna Ball è tornato negli anni ’50 ed è ancora oggi un appuntamento simbolo del Balaton, ospitato nell’Anna Grand Hotel.

Casa della Lavanda di Tihany: il profumo che racconta il territorio
Tihany, oltre che per l’abbazia benedettina, è famosa per la lavanda. La penisola è conosciuta in tutta l’Ungheria per le sue piantagioni di lavanda e per i prodotti che ne derivano. Ovunque troverai mazzi essiccati, oli, saponi e souvenir profumati proprio come in Provenza.
La coltivazione della lavanda sul Balaton iniziò negli anni ’20 e già dalla metà degli anni ’30 l’olio essenziale prodotto a Tihany era considerato di altissima qualità, tanto da essere esportato in Germania e negli Stati Uniti. Puoi scoprirne la storia visitando il Centro Visitatori Casa della Lavanda, collegato alla distilleria Tihanyi Levendulaolaj Kft. Alcune sale sono a vista quindi puoi vedere anche parte del processo di produzione di cosmetici naturali e altri prodotti artigianali.
La Casa della Lavanda è aperta tutto l’anno, ma come spesso accade in Ungheria le indicazioni di Google Maps tradotte non sono precisissime. Il mio consiglio è di inserire direttamente il nome ungherese levendula ház sul tuo navigatore satellitare per arrivare senza problemi alla destinazione giusta.
Levendula Ház Látogatóközpont
Tihany, Major u. 67, 8237 Hungary

Cosa fare nella penisola di Tihany: panorami, sentieri e villaggi da esplorare
La penisola di Tihany è un piccolo paradiso naturale che si allunga nel lago Balaton e regala scorci indimenticabili. Io l’ho trovata perfetta per alternare la visita culturale all’abbazia e al borgo con una passeggiata all’aria aperta.
L’intera area fa parte del Parco Nazionale di Tihany, un’area protetta che conserva una flora e una fauna uniche in Ungheria. Camminando lungo i sentieri puoi vedere fiori selvatici, farfalle e uccelli acquatici, fino a raggiungere i due laghi interni della penisola, nati all’interno di antiche caldere vulcaniche.
Se visiti Tihany nella stagione giusta puoi vedere anche i celebri campi di lavanda che rendono unica questa zona e non hanno nulla da invidiare ai campi di lavanda della Provenza. Tra giugno e luglio colorano la penisola di viola e rendono l’aria profumatissima.
Per fare il bagno invece puoi raggiungere le spiagge attrezzate sulle sponde del lago Balaton, a pochi minuti dal borgo di Tihany. Dalla marina di Tihany partono anche escursioni in barca e tour guidati per scoprire il lago da una prospettiva diversa.
Da Tihany puoi ammirare il lago Balaton in tutto il suo splendore: le sue sfumature cambiano di continuo con la luce e il vento. Nel museo dell’abbazia c’è perfino un pannello che raccoglie tutti i colori del Balaton, come un Pantone naturale.
Se decidi di fermarti più giorni, ti accorgerai che Tihany offre tante attrazioni tutte da scoprire.
I campi di lavanda di Tihany
La storia della lavanda in Ungheria inizia nel 1926, quando il chimico Gyula Bittera introdusse la lavanda francese su un terreno roccioso preso in affitto dall’abbazia. Grazie al suo lavoro, la penisola divenne uno dei principali centri ungheresi di produzione della lavanda e ancora oggi l’olio essenziale distillato a Tihany viene considerato di altissima qualità.
I campi di lavanda coprono oltre 100 ettari della penisola di Tihany e passeggiare tra i campi in fiore è un’esperienza indimenticabile. Se vuoi ammirarli nel momento migliore, pianifica la visita tra giugno e luglio, nel periodo di massima fioritura. La lavanda è legata anche alla tradizione monastica ed erboristica di Tihany, e ancora oggi viene trasformata in oli, saponi, cuscini profumati e persino liquori locali.

Grotta termale di Tihany
Tra le curiosità naturali della penisola c’è la Spring Cave di Tihany, una piccola grotta lunga circa 14 metri e profonda appena un metro, formata dalle antiche acque termali della zona. Passeggiando nel Parco Nazionale di Tihany potresti non immaginare che qui, milioni di anni fa, sorgenti calde hanno modellato il paesaggio depositando carbonato di calcio e silice. Con il tempo questi minerali hanno creato spettacolari coni e strati rocciosi che ancora oggi attirano l’attenzione di geologi e appassionati di natura.
La grotta fu utilizzata nel Medioevo come rifugio dai soldati della zona, ma venne dimenticata per secoli fino alla sua riscoperta nel 1951. Oggi è considerata un monumento naturale e un sito di grande valore scientifico, perché testimonia l’origine vulcanica della penisola di Tihany e il legame unico tra acqua, roccia e paesaggio del Balaton.
Le rovine storiche della penisola di Tihany tra chiese e fortezze
Passeggiare nella penisola di Tihany non significa solo ammirare paesaggi naturali, ma anche scoprire rovine che raccontano la storia millenaria di questo territorio. In epoca romana Tihany era una vera e propria isola difensiva, collegata alla terraferma da un ponte.
Persino nell’atto di fondazione dell’abbazia, datato 1055, viene citata come isola. Solo nel XVIII secolo, con l’abbassamento del livello del Balaton di circa tre metri, la penisola assunse l’aspetto che conosciamo oggi.
La prima fortificazione, chiamata Óvár (vecchio castello), risale alla fine dell’Età del Bronzo ed è una fortezza di terra costruita verso il 1000 a.C. sulla parte settentrionale della penisola, di cui si possono ancora vedere le mura.
Dalle rovine sparse per la penisola di Tihany puoi immaginare come questa zona venne invasa più volte. I monaci costruirono una fortezza a difesa dell’abbazia, presidiata da circa cinquanta soldati, ma anche questa venne distrutta dai turchi. La stessa sorte toccò al villaggio di Újlak, abitato da pescatori e barcaioli, e alla chiesa romanica di Apáti.
Laghi interni di Tihany: Inner Lake e Outer Lake
Uno degli aspetti più sorprendenti della penisola di Tihany è la presenza di due laghi interni, che rendono il paesaggio ancora più particolare. Non si tratta di semplici specchi d’acqua, ma di bacini nati dall’attività vulcanica che ha modellato questa zona milioni di anni fa.
L’Inner Lake (in ungherese Külső-tó) si trova a 26 metri sopra il livello del Balaton e raggiunge una profondità di circa 2–3 metri. È nato in una depressione vulcanica ed è sempre stato usato per la pesca: l’abate dell’abbazia aveva diritto persino a metà degli introiti ricavati. L’Outer Lake (in ungherese Belső-tó), invece, si formò nel cratere principale del vulcano ormai inattivo.

L’eco di Tihany: la leggenda che risuona sul Balaton
Tra le curiosità più affascinanti della penisola c’è il famoso eco di Tihany, un fenomeno naturale che per secoli ha fatto parte del patrimonio legato all’abbazia. Dal XVIII secolo, infatti, il muro nord della chiesa rifletteva le parole gridate dalla collina, restituendo un’eco che un tempo si ripeteva fino a sette volte.
Attorno a questo fenomeno nacquero leggende romantiche, come quella della fata dai capelli d’oro e del figlio del re del lago Balaton, un amore tragico che trovava proprio nell’eco la sua voce. L’eco di Tihany ispirò anche poeti e scrittori: nel 1803 Mihály Csokonai Vitéz gli dedicò la poesia A tihanyi ekhóhoz (All’eco di Tihany).
Oggi il suono è meno nitido a causa della proliferazione di edifici che ostacola la propagazione, ma resta comunque suggestivo provare a chiamare e ascoltare la risposta della collina. Questo piccolo rito continua a collegare chi visita Tihany a secoli di tradizioni e racconti popolari.
Eremi rupestri di Tihany: la vita nascosta dei monaci
Un altro posto interessante da visitare nella penisola di Tihany sono i Barátlakások, gli antichi eremi rupestri scavati nella roccia. Queste cavità furono realizzate nell’XI secolo da monaci ortodossi provenienti da Kyiv, giunti al seguito di Anastasia, moglie del re Andrea I.
Nella tradizione orientale le celle erano chiamate petras e il termine compare persino nell’atto di fondazione dell’abbazia, segno che i monaci vivevano qui già prima dell’arrivo dei benedettini.
Gli eremi si trovano sul versante orientale del colle Óvár, all’interno del Parco Nazionale del Balaton, e sono raggiungibili dal borgo di Tihany attraverso un sentiero segnalato in verde. Scavati nel tufo basaltico della collina, custodiscono ancora oggi diversi ambienti che raccontano la vita semplice e silenziosa degli eremiti.
Una frana nel XIV secolo portò all’abbandono delle celle, e un ulteriore crollo nel 1952 distrusse parte del complesso. Nonostante questo, tre grotte sono tuttora visitabili e rappresentano l’unico insediamento eremitico medievale rimasto intatto nell’Europa centrale.

Consigli pratici per visitare Tihany
Il periodo migliore per visitare la penisola di Tihany è tra giugno e luglio, quando i campi di lavanda sono al massimo della fioritura. Noi ci siamo stati ad agosto e purtroppo la lavanda era già stata raccolta, quindi ci siamo concentrati sul borgo storico e sull’abbazia.
Dal punto di vista dei collegamenti, a Tihany non arriva il treno. La stazione più vicina si trova a Balatonfüred, da cui partono diversi autobus giornalieri diretti al borgo. In alternativa puoi prenotare una visita guidata da Budapest oppure affittare una macchina a Budapest.
Spostarti in auto è sicuramente la soluzione migliore per visitare Tihany e dintorni, abbinando magari una visita allo stupendo villaggio etnografico di Szentendre, come abbiamo fatto noi durante il nostro viaggio in Ungheria on the road.
Il centro storico di Tihany ha pochissimi parcheggi, tutti a pagamento. Quelli privati hanno una tariffa leggermente più alta, circa 400 fiorini per ora e sono dentro cortili privati. I parcheggi pubblici lungo la strada costano 300 fiorini per ora e si pagano facilmente tramite app. Puoi scaricare diverse app, ma ti consiglio di usare Mobilfizetés che è abbastanza semplice e la puoi usare anche per pagare il parcheggio alle grotte di Tapolca.
Qualsiasi mezzo scegli, ti consiglio di arrivare la mattina presto per visitare con calma l’abbazia e avere tempo di girare i dintorni, evitando le ore di maggior afflusso turistico.
Perché visitare Tihany: il borgo più suggestivo del lago Balaton
Tihany è una tappa imperdibile durante un viaggio sul lago Balaton, perché racchiude in sé storia, fede e natura. Passeggiare tra le vie del borgo, visitare l’abbazia benedettina, ammirare i campi di lavanda e scoprire i panorami della penisola significa vivere un pezzo autentico di Ungheria. Scrivimi nei commenti se hai già visitato Tihany o se questo articolo ti ha incuriosito al punto di inserirlo nel tuo itinerario di viaggio.
2 commenti
Abbiamo visitato Abbazia Benedettina di Tihany in un on the road tra Austria e Ungheria 2 anni fa e anche se la sua bellezza era in parte offuscata dai ponteggi del restauro ci è piaciuta moltissimo. Tutta la zona è ricca di fascino e questo elemento in un on the road è fondamentale, perché i trasferimenti diventano meno noiosi e ad ogni svolta puoi trovare qualcosa di interessante.
Vero! L’abbazia si vede benissimo dalla strada perché è su una collina