Se ami la tecnologia d’altri tempi, la mostra sulla storia dell’informatica Information Technology History Exhibition all’Agóra Szent-Györgyi Albert di Szeged è il posto giusto per te. Questo spazio è pensato per veri appassionati di tecnologia e comprende computer grandi quanto una stanza, i primi Mac degli anni Novanta, vecchi telefoni, calcolatrici meccaniche e altro ancora. Un tempo queste macchine occupavano uffici e laboratori, e l’atmosfera generale ricorda più un archivio tecnico che una mostra contemporanea, ma proprio per questo risulta così interessante e curioso.
Indice dei contenuti
Cos’è l’Agóra Szent-Györgyi Albert di Szeged e cosa ci puoi trovare
L’Agóra Szent-Györgyi Albert di Szeged non è un museo in senso stretto, bensì un centro culturale ed educativo polifunzionale al servizio della città. All’interno trovi un punto informativo dedicato agli eventi e alle attività locali, utile per orientarti e capire cosa succede in città durante il tuo soggiorno.
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La struttura include anche laboratori utilizzati per workshop e programmi educativi, rivolti soprattutto agli studenti. C’è anche una zona dedicata ai bambini, accessibile con un biglietto separato, che funziona come spazio di attività. Una parte dell’Agóra ospita incontri, eventi culturali e iniziative educative legate agli Stati Uniti.
In questo contesto più ampio, la mostra sulla storia dell’informatica Information Technology History Exhibition rappresenta solo una parte del complesso e non la sua attrazione principale.
Cosa vedere alla mostra sulla storia dell’informatica
La mostra sulla storia dell’informatica Information Technology History Exhibition è una vasta collezione di vecchi computer che racconta come la tecnologia si sia sviluppata nel tempo, in particolare in Ungheria e nell’Europa orientale. Il percorso parte dalle calcolatrici meccaniche per arrivare ai primi personal computer, passando da macchine sperimentali a tecnologie pensate per l’uso domestico.
Non tutto risulta immediato se non parli ungherese, ma la collezione in sé è sorprendentemente ricca. Le varie sezioni ti accompagnano attraverso le parti più interessanti della visita, dalle figure storiche e dalle prime invenzioni.
Se sei un appassionato di videogiochi vintage apprezzerai poter giocare a Super Mario su vecchie console. Al contrario, se il tuo sguardo sulla tecnologia è sempre rivolto al futuro, ti piacerà moltissimo scoprire i prototipi di robot che hanno portato allo sviluppo dei moderni robot aspirapolvere domestici.

L’Ungheria e il suo contributo alla storia dell’informatica
All’interno della mostra sulla storia dell’informatica Information Technology History Exhibition, alcuni pannelli presentano figure chiave della storia tecnologica ungherese attraverso ritratti, disegni tecnici e brevi biografie. L’obiettivo è mostrare come l’Ungheria non si sia limitata a utilizzare la tecnologia, ma abbia anche prodotto idee, dispositivi e ricerche che hanno contribuito a plasmare la storia più ampia dell’informatica.
Farkas Kempelen e il Turco: l’automa che stupì l’Europa
La storia dell’informatica ungherese affonda le radici molto più indietro nel tempo di quanto potresti immaginare. Una delle figure storiche dell’automazione ungherese è Farkas Kempelen, diventato famoso in tutta Europa nel XVIII secolo per il suo automa scacchista noto come il Turco. Il pubblico dell’epoca era convinto che la macchina fosse in grado di sconfiggere anche i migliori giocatori del tempo.
In realtà, pare che i pezzi venissero mossi da un maestro di scacchi nascosto all’interno del meccanismo, utilizzando leve e magneti. La macchina viaggiò a lungo e venne esposta per 84 anni come automa, continuando a offrire occasionali dimostrazioni fino al 1854. Durante il suo periodo di attività gareggiò con alcune delle personalità più celebri dell’epoca, prima di venire distrutta in un incendio.

Ányos Jedlik: dalle prime invenzioni elettriche all’acqua gassata
Un altro pioniere è Ányos Jedlik, monaco, fisico e inventore. Realizzò alcuni dei primi motori elettrici e sperimentò la rotazione elettromagnetica molto prima che queste tecnologie diventassero di uso comune. In Ungheria è ricordato anche per l’invenzione dell’acqua gassata, che in seguito divenne la base per la produzione industriale di bevande.
Gli studenti delle scuole superiori ungheresi conoscono Jedlik proprio per la creazione di un nuovo tipo di acqua minerale, l’acqua gassata artificiale. Grazie al suo lavoro nacque un’industria basata sulla produzione di massa di bevande analcoliche gassate, e l’acqua gassata venne riconosciuta come bevanda minerale a tutti gli effetti.
Dall’ingegneria all’informatica: le menti ungheresi del Novecento
Entrando nel Novecento, István Juhász lavorò su strumenti di precisione e progettazione ingegneristica, contribuendo alla modernizzazione dell’industria ungherese. Nel campo dell’informatica teorica, Rózsa Péter pose le basi della teoria delle funzioni ricorsive, pubblicando opere fondamentali che influenzarono la logica della programmazione a livello internazionale.
Infine, Klára Dán von Neumann divenne una delle prime programmatrici al mondo. Lavorò sull’ENIAC e sui primi computer a programma memorizzato negli Stati Uniti, contribuendo in modo silenzioso ma decisivo allo sviluppo dell’informatica moderna, spesso lontano dai riflettori.
Calcolatrici meccaniche: come si facevano i conti prima del digitale
Le calcolatrici meccaniche furono strumenti essenziali negli uffici e nell’industria durante la prima metà del Novecento. Rappresentano l’ultima fase del calcolo prima del passaggio all’informatica elettronica. Queste macchine eseguivano operazioni matematiche complesse esclusivamente attraverso il movimento meccanico, senza elettricità né tecnologia digitale.
Nei Paesi socialisti, lo sviluppo seguì un percorso diverso rispetto all’Europa occidentale e agli Stati Uniti, basandosi spesso su soluzioni ingegneristiche autonome e su produzioni locali. Tra gli anni Cinquanta e Sessanta, diversi Paesi dell’Europa orientale realizzarono proprie calcolatrici meccaniche. L’utilizzo principale riguardava l’amministrazione, l’industria e l’istruzione, in un periodo in cui i computer elettronici non erano ancora diffusi.
All’interno della mostra sulla storia dell’informatica Information Technology History Exhibition puoi vedere come le macchine sviluppate nell’Unione Sovietica fossero in genere grandi, robuste e pensate per un uso quotidiano intensivo. La produzione avveniva su larga scala e la distribuzione coinvolgeva uffici governativi e fabbriche. I modelli della Germania Est puntavano soprattutto sulla resistenza e sul funzionamento continuativo in contesti istituzionali.
Diversi produttori polacchi realizzarono calcolatrici meccaniche destinate sia al mercato interno sia all’esportazione all’interno del blocco orientale. Le macchine cecoslovacche erano apprezzate per la solidità meccanica e la precisione costruttiva. Anche l’Ungheria sviluppò e produsse macchine da calcolo meccaniche. Alcuni modelli nacquero da progetti locali, altri derivavano da adattamenti stranieri realizzati su licenza.

Dai computer enormi ai primi iMac: quando l’informatica entrò in casa
Nella mostra sulla storia dell’informatica Information Technology History Exhibition puoi vedere sia computer a transistor ungheresi sia macchine provenienti da altri Paesi. I primi computer erano enormi, spesso grandi quanto un armadio, e funzionavano grazie ai transistor. Il transistor, solitamente realizzato in silicio, agisce come un interruttore elettronico e consente ai computer di utilizzare semplici segnali di acceso e spento, noti come codice binario.
Nel 1958 Jack Kilby costruì il primo circuito integrato, inserendo numerosi transistor su un unico chip di silicio. Questo passaggio segnò l’inizio della rivoluzione della microelettronica. I computer iniziarono a diventare più piccoli, veloci ed economici, fino a entrare nelle case e negli uffici. Nel 1971 l’Intel 4004 introdusse il microprocessore, concentrando l’intera unità centrale su un solo chip e cambiando per sempre la storia dell’informatica.

Prototipi e robot: quando il futuro era ancora un esperimento
Una sezione della mostra sulla storia dell’informatica Information Technology History Exhibition è dedicata a una coccinella robotica. Il modello dimostra diversi tipi di comportamento riflesso invece di seguire istruzioni pre-programmate. Reagisce alla luce, ai suoni e al contatto fisico, mostrando come le macchine possano rispondere all’ambiente senza controllo umano, in modo simile ai moderni robot aspirapolvere come Roomba.
La prima versione sperimentale di questa coccinella robotica venne realizzata tra il 1956 e il 1957 presso l’Università di Szeged, su commissione dell’Istituto di Ricerca Matematica dell’Accademia Ungherese delle Scienze. Questo dispositivo rappresenta un esempio precoce e affascinante di comportamento automatizzato, sviluppato molto prima che i robot domestici entrassero a far parte della vita quotidiana.

Retro gaming: computer e console degli anni Ottanta e Novanta
Alla fine della mostra arrivi in una sala dedicata ai computer e alle console di gioco degli anni Ottanta e Novanta. Questa è la parte che più ricorda una collezione retrò classica e potrebbe facilmente diventare l’area più coinvolgente dell’intera visita.
Durante la visita viene naturale desiderare di provare uno dei primi iMac, però quasi tutte le macchine risultavano spente. Abbiamo potuto provare solo due console con Super Mario e Mario Kart.
Mi ha stupito vedere come mio figlio, cresciuto in un mondo completamente digitale, non sia riuscito a usare la console con Mario Kart. Senza un controller moderno, il sistema di gioco gli è sembrato del tutto estraneo. La tecnologia all’avanguardia di un tempo oggi sembra davvero controintuitiva, e mostra quanto il design e il gaming siano cambiati in pochi decenni.

Informazioni pratiche per visitare la mostra Information Technology History Exhibition
La mostra sulla storia dell’informatica Information Technology History Exhibition si trova all’interno dell’Agóra Szent-Györgyi Albert di Szeged. L’Agóra è situata in centro città, quindi è molto semplice da raggiungere a piedi. In caso di soggiorno in una zona più periferica, puoi arrivarci comodamente in autobus o tram. Ti consiglio di verificare percorsi e orari su Google Maps.
Ogni attrazione all’interno dell’Agóra Szent-Györgyi Albert, compresa l’area dedicata ai bambini, richiede un biglietto separato. Ti consiglio di chiedere al punto informazioni vicino all’ingresso cosa è incluso in ciascuna sezione. Senza una conoscenza base della lingua, orientarti nell’Agóra può essere un po’ confuso perché la maggior parte dei pannelli e delle informazioni generali è disponibile solo in ungherese.
All’interno della mostra sulla storia dell’informatica, quasi tutte le didascalie sono esclusivamente in ungherese. Solo i primi due pannelli all’inizio del percorso presentano una traduzione in inglese. Sfortunatamente all’interno della mostra non c’è nessuno che parla inglese. Per questo motivo, gran parte del contesto tecnico e storico rischia di andare persa se non comprendi la lingua. Visitare l’esposizione con qualcuno che parla ungherese rende l’esperienza decisamente più ricca, considerando che la collezione è davvero notevole.
Informatika Történeti Kiállítás
Information Technology History Exhibition
Szent-Györgyi Albert Agóra
Kálvária sugárút 23, 6722 Szeged, Hungary
Dove dormire a Szeged
Durante il tuo viaggio a Szeged, ti consiglio di scegliere un alloggio in centro città. Le principali attrazioni sono raggiungibili comodamente a piedi, dalla Cattedrale alla Sinagoga Nuova, fino al Teatro Nazionale.
Art Hotel Szeged è una soluzione molto apprezzata nel cuore della città. Gli ambienti sono moderni e curati, il ristorante propone piatti ungheresi e internazionali e la colazione è inclusa. Il fiume Tibisco si trova a soli due minuti a piedi, perfetto per una passeggiata serale.
Se preferisci un appartamento, il residence Noir Hotel offre monolocali climatizzati dotati di angolo cottura, macchina del caffè, frigorifero e bagno privato. La struttura è davvero molto bella ed è stata citata dalle Guide Michelin.
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Considerazioni finali sulla mostra sulla storia dell’informatica
La mostra sulla storia dell’informatica Information Technology History Exhibition potrebbe lasciarti sensazioni contrastanti. Da una parte, sono esposti moltissimi macchinari difficili da vedere nei musei, dall’altra sono evidenti i limiti di un’esposizione non pensata per un pubblico internazionale. Nonostante questo, vale la pena visitarla se ami i musei insoliti e desideri scoprire un lato meno conosciuto della storia dell’informatica in Ungheria.
Se vuoi dedicare una giornata alla scienza e all’apprendimento a Szeged, puoi abbinare questa mostra con l’Interactive Science Knowledgestore. Mentre l’esposizione sull’informatica si concentra su macchine e tecnologia, il Knowledgestore racconta come le scienze naturali venivano insegnate in passato, attraverso aule reali, reperti e oggetti fisici.
Insieme, i due musei offrono una visione più ampia dell’evoluzione del sapere negli ambienti universitari, dai primi computer alle vecchie sale di anatomia. Al di là della curiosa etichetta di Città della Scienza appiccicata a Szeged, questi musei curiosi rappresentano solo una piccola parte di ciò che offre la città, tra edifici Art Déco eleganti e ampi parchi verdi lungo il fiume.
Condividi nei commenti le tue impressioni e la tua esperienza sulla mostra sulla storia dell’informatica per aiutare altri viaggiatori a capire se inserirla nel loro itinerario di viaggio.
