Home DestinazioniAfricaMaroccoPerché visitare il Marocco e cosa vedere: il fascino senza tempo delle città imperiali

Perché visitare il Marocco e cosa vedere: il fascino senza tempo delle città imperiali

di Paola
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Visitare le città imperiali del Marocco significa entrare in una storia in continuo movimento. Marrakech, Fès, Meknès e Rabat non sono semplici tappe di un itinerario, ma luoghi che raccontano secoli di potere, spiritualità e vita quotidiana. Alcuni di questi luoghi, come la medina di Fès dichiarata Patrimonio UNESCO, sono vere città nella città. Medine labirintiche, palazzi decorati e quartieri storici tuttora abitati custodiscono l’anima del Marocco, come puoi scoprire leggendo questo articolo.

Perché visitare il Marocco: architettura, bellezza e ospitalità

Il Marocco colpisce prima di tutto per la sua architettura, che non è mai semplice decorazione ma un vero linguaggio culturale. Cortili con fontane, mosaici geometrici e stucchi intagliati raccontano un’idea di bellezza legata all’armonia e alla contemplazione, visibile soprattutto nei riad e nei palazzi storici delle città imperiali.

Accanto alla bellezza costruita emerge l’ospitalità, che non è una forma di spettacolo per i visitatori ma parte integrante della vita quotidiana. L’accoglienza assume la forma di piccoli gesti spontanei, come un tè offerto o una conversazione improvvisata, che rendono il viaggio più umano e meno distante.

Le quattro città imperiali oggi sono spesso meta di intensi tour on the road tra città e deserto che completano l’esperienza con escursioni a Casablanca, capitale marocchina degli affari. Molti viaggiatori però preferiscono muoversi con maggiore libertà, scegliendo itinerari meno rigidi, magari partendo proprio da Marrakech.

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Interno del Riad Yamanda a Fès, in Marocco
Interno del Riad Yamanda a Fès, in Marocco

Le città imperiali: la porta d’ingresso nella storia del Marocco

Le città imperiali del Marocco sono quattro: Fès, Marrakech, Rabat e Meknès. Sono tutte accomunate da un passato in cui il potere politico e religioso ha lasciato un’impronta profonda sul paesaggio urbano. Il loro nome nasce dal fatto che diverse dinastie le scelsero come residenza reale, trasformandole in centri di prestigio e magnificenza architettonica.

Prima dell’arrivo degli arabi, il territorio marocchino era abitato soprattutto da popolazioni berbere, in gran parte nomadi. Con la diffusione dell’Islam si affermò il modello della medina, un nucleo urbano fitto e organizzato attorno alla moschea, al mercato e agli spazi comuni. Nacquero quindi città vere e proprie, progettate secondo una visione precisa dello spazio e della vita collettiva.

Le dinastie successive fecero il resto, arricchendo questi centri con palazzi, madrase, mura e giardini. Passeggiando oggi tra le loro strade si percepisce ancora il senso di potere, bellezza e devozione che le ha plasmate. Ogni città imperiale conserva una personalità distinta, ma tutte condividono una storia fatta di ambizioni regali e raffinatezza artistica.

Marrakech, la porta d’ingresso ideale al Marocco

Marrakech accoglie i visitatori con colori accesi, rumori continui e un’energia che travolge. La città non si limita a mostrarsi, coinvolge chi arriva in un’esperienza intensa fatta di contrasti e suggestioni, dove il disordine apparente convive con una bellezza sorprendente.

Gli almoravidi fondarono Marrakech nel 1062 e costruirono mura e canali per portare l’acqua dalle montagne dell’Atlante fino alla città. Questo ingegnoso sistema idrico trasformò un’area arida in un centro vitale e prospero. Gli almohadi lasciarono poi un segno indelebile edificando la Moschea della Koutoubia e la kasbah, oltre a uno dei primi ospedali del mondo islamico.

Dopo un periodo di declino sotto i merinidi, la dinastia saadiana restituì a Marrakech il ruolo di capitale, conducendola verso una nuova epoca di splendore. I sovrani costruirono la Madrasa di Ben Youssef, le Tombe Saadiane e il magnifico Palazzo El Badi, simboli evidenti di ricchezza e ambizione.

Oggi la città alterna il caos delle strade alla quiete dei riad con cortili fioriti e terrazze panoramiche. Il Palazzo Bahia e i Giardini Majorelle raccontano una ricerca continua di equilibrio tra arte e natura. Al calare del sole, Jemaa el-Fna si trasforma in un palcoscenico vivo tra musicisti, spettacoli di strada e bancarelle di street food.

Di giorno, nella medina, puoi invece vedere gli artigiani lavorare come secoli fa, tagliando la pelle, martellando il rame e intarsiando il legno con i metodi tradizionali. Osservandoli, ti rendi conto che Marrakech mantiene vive tradizioni antiche senza trasformarle in semplice spettacolo per i visitatori ed è proprio qui che scopri la dimensione autentica della città.

Jardin Majorelle a Marrakech, Marocco
Jardin Majorelle a Marrakech, Marocco

Fès, la città che racconta mille anni di storia

Tra tutte le città imperiali, Fès incarna meglio l’anima artigiana del Marocco. La sua medina è un vero labirinto di vicoli. Pensa che è così intricata che anche chi ci vive confessa di perdersi spesso, rendendo ogni passeggiata un’esplorazione imprevedibile.

Gli idrisidi fondano Fès alla fine dell’VIII secolo e la trasformano presto in un importante centro religioso e culturale. Le dinastie successive, dai merinidi agli alawidi, mantennero il suo ruolo centrale nella storia del Paese. Oggi la medina di Fès è Patrimonio dell’Umanità UNESCO e rappresenta uno degli insiemi urbani meglio conservati del mondo islamico.

Camminare tra le sue strade significa attraversare secoli di vita quotidiana, tra botteghe di artigiani, scuole coraniche e antichi caravanserragli. Le erboristerie tradizionali raccontano un sapere antico fatto di spezie, unguenti e oli profumati, tra cui il celebre olio di argan. Entrare in una di queste botteghe e scoprire la farmacia naturale del Marocco è una delle esperienze più interessanti che puoi fare.

All’interno della medina ci sono anche diverse scuole coraniche, da vedere per le loro decorazioni con mosaici e legni intarsiati. Nelle madrase, l’architettura diventa una lezione di bellezza e spiritualità scolpita nella pietra.

La visita più sorprendente che puoi fare a Fès però è senza dubbio quella alle concerie di Chouara. L’odore è intenso, quasi scioccante. Tuttavia è uno dei pochi posti dove puoi vedere artigiani lavorare la pelle come secoli fa, senza macchinari moderni.

Vicolo dei tintori nella medina di Fès, Marocco
Vicolo dei tintori nella medina di Fès, Marocco

Meknes, il potere imperiale in scala umana

Tra le città imperiali del Marocco, Meknès resta spesso ai margini degli itinerari più battuti ed è proprio per questo che puoi esplorarla in modo più lento. Nella medina puoi trovare splendidi oggetti di artigianato, dai tappeti agli oggetti lavorati in ferro battuto e argento a prezzi più onesti rispetto ad altre città. E poi c’è l’architettura monumentale, che ti lascia davvero senza fiato.

Moulay Ismail ibn Sharif, sovrano della dinastia alawide, scelse Meknès come capitale nel XVII secolo. Con l’ambizione di superare lo splendore delle altre città imperiali, ordinò la costruzione di palazzi, mura imponenti e granai reali, trasformando quella che era una città secondaria in un centro monumentale. Passeggiando tra Bab Mansour, una delle porte più spettacolari del Marocco, e il Mausoleo di Moulay Ismail si percepisce ancora questo passato grandioso.

Una strada nella medina di Meknes, in Marocco
Una strada nella medina di Meknes, in Marocco

Rabat, il volto moderno della storia marocchina

Rabat è la capitale amministrativa del Marocco e, nonostante la sua importanza politica, mostra un volto del Paese diverso da quello delle mete più turistiche. Pur essendo una grande città, trasmette un’atmosfera ordinata e rilassata, con una medina più raccolta e facilmente percorribile.

La storia della città affonda le radici nell’epoca almohade, quando il califfo Abū Yūsuf Yaʿqūb al-Mansur avviò il progetto di farne una nuova capitale imperiale. Dopo la sua morte i lavori si interruppero, ma Rabat continuò a crescere nei secoli successivi. Nel XVIII secolo, il sultano alawide Muhammad ibn Abd Allah vi costruì il palazzo reale Dar al-Makhzan, anche se non designò la città come sua capitale, visto che si muoveva continuamente tra Rabat, Fès e Marrakech.

Passeggiando nella Kasbah degli Oudaya, con le sue case bianche e azzurre, si percepisce una dimensione quasi mediterranea. La luce dell’Atlantico illumina le mura e diventa parte integrante dell’identità della città, mentre la medina è ancora oggi un luogo vivo e abitato, autentico e non turistico.

Paola Bertoni sul lungomare di Rabat
Paola Bertoni sul lungomare di Rabat

Cosa resta dopo aver visitato il Marocco

Oltre ai luoghi visitati, il Marocco mi ha colpita per tanti dettagli che non mi aspettavo. Le città imperiali, il deserto e il calcio sono le attrazioni maggiormente promosse dall’Ente del Turismo del Marocco, ma ti assicuro che ti rimarrà impressa soprattutto l’accoglienza, fatta di sorrisi e disponibilità sincera.

Durante il tuo viaggio non esitare a contattare una guida turistica per farti raccontare tutti i segreti delle città imperiali e dell’artigianato marocchino, ancora oggi realizzato a mano secondo i metodi tradizionali. Ascoltare i racconti di chi vive questi luoghi ogni giorno rende tutto più reale e meno turistico.

Il Marocco sorprende anche nelle piccole cose, non solo nei grandi monumenti. Condividi nei commenti cosa ti ha colpita di più di questo Paese o come immagini il tuo futuro viaggio nelle città imperiali del Marocco.

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